giovedì 31 agosto 2017

Chi, dove, quando, e cos'è uno sciamano? (Roger Wash 2007)


 

Da: The World of Shamanism

CAPITOLO 1 - Perché lo sciamanismo e perché adesso?

Gli antichi dèi sono morti o stanno morendo e la gente ovunque li sta cercando... (Joseph Campbell)
Dopo essere stato a lungo demonizzato, lo sciamanismo oggi ritorna. La più antica disciplina di guarigione - ben più antica delle piramidi, secondo alcuni risalente a 40.000 anni fa, secondo altri addirittura 100.000 - attrae molte persone, perché?
Si tratta di pratiche spirituali che hanno preceduto la Bibbia, il buddhismo e l'induismo. Possibile che oggi risveglino l'interesse dell'Occidente? Per Roger Walsh, ci sono motivazioni culturali e accademiche ma, soprttutto, correlate alle tecniche di guarigione.

Apertura della mente occidentale

La cultura occidentale sta cambiando rapidamente. E' il villaggio globale che ci mette in contatto con tante culture diverse e stimola la nostra attenzione. Del resto, pratiche spirituali molto antiche come lo yoga, la meditazione, il taoismo, la Qabbalah, il sufismo e molte altre si sono integrate ai nostri stili di vita già da tempo.
Le esperienze psichedeliche e la scoperta degli stati modificati di coscienza, negli anni sessanta del secolo scorso (in genere, legati all'uso di droga  ma non solo), hanno contribuito a rivelare agli occidentali l'esistenza di stati di coscienza diversi da quello ordinario. L'ultima volta che l'uomo occidentale li aveva sperimentati era 2000 anni fa con i misteri eleusini in Grecia.
Separate da un contesto comunitario e rituale, gli stati di coscienza non ordinari hanno comportato per gli occidentali esperienze dolorose e patologiche, ma anche hanno svelato possibilità inedite e trascendenti della coscienza.
Su questo punto, la psicologia trans-personale ha una posizione illuminante: le personalità pre-egoiche, che ancora non hanno realizzato un ego strutturato e solido, possono essere vittime inconsapevoli di pratiche che richiedono disciplina e controllo (N.d.R.).

Apertura della cultura accademica

Gli antropologi studiano lo sciamanismo da quando è nata la loro disciplina. All'inizio, in modo etnocentrico, ma da qualche temo in modo imparziale e empatico. Gli studi cominciano a cercare l'equilibrio fra coinvolgimento e distacco (N.d.R.). Comunque, a partire dagli anni sessanta, qualcosa è cambiato radicalmente nell'approccio scientifico a questo oggetto d'indagine.
La professione antropologo è cambiata profondamente. Studiosi come Michael Harner, Larry Peters, Barbara Tedlock, Bradford Keeney hanno non solo studiato le culture indigene, ma hanno anche praticato le tecniche sciamaniche e ne hanno sperimentato l'efficacia su di sè.
Nessuno avrebbe mai immaginato uno sviluppo del genere.
Naturalmente questi studiosi hanno attirato su di sè i sospetti della comunità accademica.
Ma il processo attraverso cui lo studioso si trasforma in sciamano è ben narrato nei libri di Michael Harner, ed è un processo che non può interrompersi per qualche critica accademica, che spesso è ideologica (N.d.R.).
Inoltre, gli antropologi citati sono studiosi di fama e di carriera in prestigiose università: alla fine, hanno conquistato una pletora di giovani ricercatori che hanno assunto un atteggiamento empatico verso lo sciamanismo.
Si sono aggiunte altre discipline. Per esempio, l'antropologia della coscienza e la psicologia trans-personale (vedi Ken Wilber). Questa si fonda sull'importanza delle esperienze relative alla propria identità, poiché gli stati modificati di coscienza affievoliscono il senso dell'IO e aprono squarci verso stati di coscienza più larghi, più inclusivi, oltre l'Io.
Infine, c'è la pietra miliare di Carlos Castaneda: uno studente che nel 1968 se ne uscì con un libro su uno sciamano Yaqui (in Italia, la prima edizione si intitolava: A scuola dallo stregone) descrivendo processi di grande interesse. Nei libri successivi, raccontò una serie di eventi piuttosto improbabili e fu stigmatizzato dalla comunità accademica.
Ma ciò non fermò il movimento culturale, che il suo testo aveva innescato in un pubblico pronto a recepire messaggi connessi con un'alternativa culturale a quella della società occidentale (N.d.R).
Castaneda resta un personaggio enigmatico per svariati motivi. Walsh narra di averlo conosciuto e di essere stato colpito dal suo carisma, ma aggiunge che i "movimenti del corpo" del suo insegnamento (la tensegrità, N.d.R.) non hanno niente a che vedere con lo sciamanismo.

La validità delle tecniche dello sciamano

Mentre molte discipline spirituali richiedono anni di apprendistato, le tecniche sciamaniche agiscono velocemente. E' sufficiente avere un tamburo per accedere agli stati modificati di coscienza!
(Su questo punto nutro qualche riserva: ho personalmente sperimentato le tecniche sciamaniche dopo decenni di meditazione vedanta, e sono certa che senza questo lungo training non avrei potuto calarmi in queste pratiche, che possono essere, a mio parere, fraintese e "portare" in un inconscio collettivo pieno di insidie - N.d.R.).
Sull'efficacia di tecniche apprese in brevi workshop della durata di un week end (che è la modalità di fruizione degli occidentali) c'è un grosso dibattito e qualche polemica. Nondimeno, tutti i fattori citati hanno contribuito all'apertura della cultura occidentale verso lo sciamanismo.

domenica 27 agosto 2017

Prove di scrittura

La trasduzione è un fenomeno biochimico, una modalità di trasferimento genico, che può modificare il DNA ma, soprattutto, può operare trasformazioni radicali delle cellule, ricombinando determinati elementi in origine separati.
Con questa premessa, possiamo intuire che la "scrittura trasduzionale" proposta da Laura Grasso, un'artista poliedrica che spazia dalla musica alle arti visive, sia una scrittura che agisce in profondità, attinge al pozzo senza fine della creatività che ognuno di noi cela nel suo inconscio, e riesce a trasformare l'individuo, nel momento stesso in cui egli dà voce - con qualsiasi linguaggio artistico - ai propri "dèmoni" interiori.
Il termine "dèmone" è qui particolarmente azzeccato, perché questa riflessione sulla scrittura che Laura Grasso propone attraverso laboratori, corsi e conferenze, è oggetto del saggio (tesi di laurea che sarebbe bene qualche editore lungimirante pubblicasse) di una giovane studiosa, Livia Clemente, che ha eletto fra i suoi mèntori, lo psicanalista James Hillman: colui che ha regalato al mondo la teoria della psicologia archetipica, in cui i dèmoni rappresentano forze oscure dell'inconscio che, riconosciuti e accolti, diventano energie di guarigione.
Il titolo del saggio: "L'intuizione, dall'archetipo di Pan alla Scrittura Trasduzionale: un'esperienza poetica della cura".
La scrittura, praticata con una tecnica meditativa basata sul silenzio interiore e sull'abbandono alle potenzialità dell'intuizione (buddhi o intelletto intuitivo, direbbe il Vedanta), è il veicolo di un ricongiungimento, una sorta di accoppiamento amoroso fra la sostanza invisibile degli archetipi e la sua manifestazione nel mondo materiale. Una sorta di operatività magica, in cui il mago recepisce immagini archetipiche e le lavora plasticamente affinchè possano manifestarsi nella materia.
Foto di Jean Henry, "Pan e Siringa" This photo of Palais Longchamp is courtesy of TripAdvisor

Ma l'intuizione della giovane autrice, che ha potuto verificare empiricamente il suo progetto nel corso di una ricerca sulla scrittura trasduzionale nelle carceri, è andata ben al di là di questa cornice di riferimento teorico. Livia, infatti, aggancia la sua argomentazione al mito di Pan e Syringa, aprendo un territorio d'indagine molto più vasto della scrittura trasduzionale e, perfino, delle dinamiche che sottendono la nascita dell'opera d'arte. In libri mozzafiato, che trasfigurano letteralmente il lettore, come Saggio su Pan, Puer aeternus e La vaga fuga dagli dèi, James Hillman (junghiano, in origine, ma molto innovativo) traccia un discrimine netto fra il policentrismo  culturale, ma soprattutto psichico, delle culture classiche e il monocentrismo che caratterizza il cristianesimo. Nel mondo di Pan, prima della sua demonizzazione, non solo l'uomo era più familiare con l'essenza del "flauto di Pan" (cioè con l'attività magica di dare vita visibile all'invisibile), ma era anche più abile nel fare lavoro psichico con la propria anima, abitata da dèi benevoli e malevoli, ma sempre disposti a collaborare, restituendo all'uomo antico una collocazione armoniosa nell'universo, in dialogo con la natura e con le divinità. Una collocazione nella sfera dell'immaginale, luogo archetipico per eccellenza, definito da Henry Corbin e poi esplorato da Carl Gustav Jung, James Hillman e dalla sua allieva Selene Calloni Williams.
Nelle Metamorfosi, Ovidio narra che Pan restò folgorato da Syringa, figlia di una divinità fluviale, Ladone. E questo è già un fatto significativo, perchè evocare le acque, nella mitologia greca e non, suona come un campanello d'allarme. Infatti, l'acqua connota la vicinanza del sacro e, in particolare, dell'oltretomba (si veda Anita Seppilli: La sacralità dell'acqua e il sacrilegio dei ponti). La ninfa, inorridita dagli approcci di Pan, preferì lasciarsi trasformare in giunco palustre dal padre. Un giunco estremamente potente, se l'alfabeto Ogham l'ha incluso nel suo erbario magico, e possiamo intuire il perchè. Con la canna del giunco Pan costruì la magìa del suono come gesto artistico e sciamanico, come dialogo con l'aldilà.
Perciò, Pan rappresenta, non solo un ponte fra il conscio e l'inconscio (e cioè fra il divino e l'umano), ma anche un ponte fra la malattia e la guarigione. Nelle carceri, dove abita la più cupa malattia dell'anima, Pan ha portato la possibilità di attingere a parole risananti, perchè, in fin dei conti, Pan è nient'altro che un medicine man, uno sciamano che viaggia tra i mondi recuperando i frammenti d'anima che ogni sofferenza recide dal nostro petto. Oppure è un Orfeo che, con la cetra al posto del flauto, scende nel mondo sotterraneo per dialogare con le ombre degli antenati.
Non è un caso, credo, che Livia abbia passato lunghi periodi della sua vita in contiguità con popolazioni dell'America Latina in cui ancora si praticano le arti delle "antiche vie" che l'uomo percorre per ricongiungersi col sacro.




XXI Il Mondo

Io sono l’ellissi dell’Assoluto, sono l’uovo cosmico, la luce e il triplice potere. Io sono il silenzio della coscienza, il sat cit anan...